Sei secoli di golf

Royal and Ancient Golf Club St. Andrews

(ANSA) Sei secoli di golf vanno festeggiati come si deve, soprattutto nella sua patria putativa. Per questo la cittadina scozzese di St Andrews, nota altresì come la ‘casa del golf’, che già dedica a questo sport il consueto Open Championship – il più antico torneo golfistico – organizza quest’anno un vero e proprio festival, il primo nel suo genere, in programma a fine marzo.

St Andrews è la sede del Royal and Ancient Golf Club, fondato nel 1754, organismo che esercita l’autorità legislativa del gioco del golf in tutto il mondo ad eccezione di Stati Uniti e Messico, mentre l’Open Championship è uno dei quattro Open più importanti al mondo. Al festival sono previsti anche ospiti d’eccezione. Come Mungo Park, bisnipote di Willie Park Senior che vinse il primo Open Championship nel 1860. Saranno invece commemorate stelle del golf come Seve Ballesteros e Old Tom Morris il cui record di 13 buche è rimasto imbattuto per più di cento anni fino al 2000, quando fu superato da Tiger Woods. (www.standrewsgolffestival.com e www.standrews.org.uk).

Dal 28 marzo al primo aprile, la cinque giorni ideata da St Andrews per celebrare 600 anni di golf è un’occasione per veri appassionati, che comprende eventi legati allo sport, ma anche mostre e dibattiti. In più è un’occasione per visitare la patria di una delle più antiche e prestigiose università britanniche e la costa orientale della Scozia. Allo storico ateneo, anch’esso con quasi sei secoli di longevità, è dedicato un museo che ne racconta la storia da un interessante punto di vista interno. A St Andrews si possono anche visitare il castello del 1200, l’antico porto, l’acquario, i giardini e la cattedrale che era la maggiore di Scozia. Per gli irriducibili del golf sono consigliate soste al British Golf Museum, alla casa di Old Tom Morris e all’Happy Hacker Golf Shop.