Lettera del Presidente Dellatorre ai Circoli
Alle sig.re Presidentesse e ai Presidenti Dei Circoli Piemontesi
e p.c. Professor Franco Chimenti Presidente F.I.G.
e p.c. Stefano Manca Segretario Generale Fig
Oggetto: Il golf in Piemonte
Cari presidenti ,
il 2013 si è portato via il Comitato Regionale della FIG !!! In un anno così difficile la notizia sarebbe risibile e non degna forse nemmeno di un mero comunicato, se non fosse che l'approfondimento della vicenda ci consegna uno spaccato di un Mondo., il nostro, che forse vale la pena di raccontare e cercare di capire. Nel 2012 un giorno di novembre a Margara si svolsero le elezioni per il nuovo Comitato Piemontese. Tra la sorpresa generale furono eletti 5 consiglieri e un Presidente al di fuori degli apparati, senza vincoli di dipendenza dalla Federazione Centrale, senza il voto di un solo Professionista. Si cercò fin da subito di definirla la vittoria dei "poveri" contro il potere centrale, contro chi da 50 anni gestiva in maniera assoluta il potere.
L’avventura iniziò in un Piemonte golfistico che aveva perso i 3 consiglieri Fig nazionali che aveva fino al 2012, con il Presidente Guermani dimissionario e con un Comitato precedente che negli ultimi mesi non aveva potuto nemmeno svolgere l’attività ordinaria. Ricorderete i primi atti che il Comitato ricevette, due lettere , la prima annunciante una sorta di commissariamento preventivo da parte dell'avvocato Marco Durante, la seconda che certificava la fine del progetto scuola e il venire meno del contributo della Ferrero.
Dal nostro primo Consiglio i vari consiglieri e io stesso siamo stati tacciati di volta in volta di essere servi di uno, schiavi dell’altro e prezzolati da chiassa chi. Comunque sempre contro la Federazione e “la rovina del golf”.... e non avevamo ancora nemmeno fatto la prima delibera. Come già chiarito io ho opposto l'unica vera dimostrazione di forza, il lavoro.
Un lavoro indefesso, sia"politico" che sportivo, quasi senza risorse ma con determinazione per il raggiungimento di quanto più mi stava a cuore, il bene del golf, cercando di capire tutti e di essere con tutti, sempre a favore mai contro, con un azione decisa a dare nuova unione e credibilità all'apparato Regionale Federale, e quindi alla FIG stessa.
Non mi è mai importato che le risorse fossero insufficienti, che ogni cosa assumesse il peso di tonnellate, quando in realtà aveva la leggerezza di una piuma. Non ho mai ascoltato le Cassandre prezzolate, chi pagato per anni a svolgere compiti di volta in volta meglio retribuiti, non aveva a mio modesto parere fatto nulla, quando non dato danno.
Ho cercato di seguire lo spirito con cui avevo iniziato l'avventura, essere un uomo di tutti, a disposizione di chi aveva problemi, fossero essi di gestione, di Statuto, di promozione del Circolo, senza pensare nemmeno una volta, questi mi hanno votato e gli altri no, alle volte magari per questo sgradito anche a chi mi aveva appoggiato fin da subito.
Questo è il mio carattere, nel bene e nel male.
Come è possibile quindi che un Presidente che ha cercato di unire e non di dividere, che ha ricucito anche il rapporto con la Federazione Centrale, mi permetto di dire che il lavoro proficuo sul territorio e per la promozione fossero ben considerati dal Presidente Chimenti e da larga parte dei colleghi Presidenti delle Regioni, non sia riuscito "a mangiare il panettone"?
La risposta è semplice. Chi è al potere da 50 anni può perdere una libera elezione, e le perderebbe sempre in un Mondo normale, ma sa come vincere nel piccolo cabotaggio delle congiure e della pochezza umana.
Ecco quindi che un paio di consiglieri vengono sottoposti a pressioni per presunti conflitti d'interesse, in un Mondo dove la normalità è la proprietà e la gestione nelle stesse mani è perlomeno strano se non risibile, ad un altro consigliere vengono fatte cosi alte promesse, vedremo poi se mantenute, di "upgrade" sociale, di uno si sfrutta la volontà di abbandonare il golf, l'incolpevole e dignitosissimo Alberto Schellino.
Ed ecco che come per miracolo un Consiglio che doveva e poteva ben lavorare, dove tutte le proposte erano state sempre approvate a maggioranza assoluta, e nel 90% dei casi all'unanimità, un Consiglio che solo pochi giorni prima aveva approvato il Bilancio Previsionale, diventa un Consiglio dimissionario, dove resta il solo Presidente per occuparsi dell'attività ordinaria.
Come forse avete letto sui giornali, sia Efrem Bovo che Laura Tessera lamentavano le pressioni subite per un Comitato che non gestiva denaro e non aveva potere.
Alle mie rimostranze opponevano che Marco Rosso e Marco Francia avevano deciso di gettare la spugna perché "non volevano più avere niente a che fare con il golf Piemontese".
Bene proseguendo con lo spirito con cui mi sono riavvicinato al golf, lavoro, correttezza e voglia di condividere, vi racconto la vera storia.
Da mesi Marco Francia, persona perbene, molto "politica" e mi permetto di dire senza tema di smentita "meno operativa", si era posto al servizio di due cavalieri di un certo tipo di golf Piemontese, Lorenzo Silva e Marco Durante.
Io non ho niente contro il golf di Lorenzo Silva, anzi ho stima di lui e il suo è uno dei Circoli che preferisco, ho solo gravi dubbi che con il sistema Silva, perfetto per il golf Torino, il golf Piemontese possa crescere e soprattutto non mi sono mai trovato in accordo su molte delle posizioni di Marco Durante, che per altro stimo per l'acutezza politica. So che entrambi sono una risorsa per la Federazione e hanno grandi progetti, tuttavia dopo averlo meglio conosciuto quest'anno, io penso che non vi sia al momento persona migliore, più pragmatica ed esperta del Professor Franco Chimenti per guidare la Federazione, ma se lui malauguratamente dovesse dedicarsi unicamente ad altro, sono sicuro che nel consiglio e nel mondo delle Regioni e dei Circoli ci sono persone più adatte, e a mio personale pensiero, migliori, per mandare avanti la sua opera.
Nella sera del 9 gennaio si è quindi consumata la cena che io avevo previsto e che stavo attendendo, prima di decidere il da farsi.
Come Andreotti sapevo che a pensare male si faceva peccato, ma sovente ci si azzeccava.
Ecco quindi la cena, Ospitante Lorenzo Silva, organizzatore Marco Francia, invitato Umberto Rossotti, convitato a "sorpresa" Marco Rosso, padre "nobile" Marco Durante, non presente in corpo ma nello "spirito" dei voti dei professionisti, che così "bene" aveva indirizzato a Margara.
Quale il mio sconcerto quando Umberto Rossotti mi raccontava che durante la cena il tutto gli veniva dato come già fatto e "perfetto", con tanto di elenco dei possibili consiglieri. Lui doveva guidare le truppe dei "poveri plebei" alla corte di un golf di nuovo "unito" con un Presidente "assente" ma fedele, un consiglio di yes man e la benedizione "nobile" dell'apparato. Se poi questo voleva dire tornare a non fare niente al di fuori dei cancelli della Mandria, non importava, l'importante era il risultato.
Io avevo già preso la mia decisione, volevo solo attendere , ho sperato fino all'ultimo che si volesse volare più alto, di ricevere una telefonata che dicesse , sei tu il problema, ti vediamo come elemento di parte e per questo vorremmo che ci aiutassi a dare voce a tutti, lasciando libero il campo.
Io penso che certe poltrone sia un onore occuparle, ma credo anche che il farlo solo per la carica o una tessera d'onore sia miserevole, e sicuramente non è quello che io posso fare.
Ricorderò questo anno come un'avventura avvincente nel Mondo del golf, ho ricreato contatti e ottenuto amicizia da persone a cui sono sicuro mi legheranno stima e affetto anche in futuro, ho avuto il piacere di conoscere voi Presidenti, molti dei quali ritengo tra le migliori persone in senso assoluto , ho lavorato con te Franco, una esperienza che mi ha arricchito. Dopo i primi screzi ho avuto modo di collaborare e di veder nascere una stima, che spero reciproca, con tutto l'apparato di Roma e con te , caro Segretario.
Ho deciso di pormi al servizio del golf, con la mia minima esperienza, oggi torno a farlo dall'esterno, resterò sempre a disposizione e se una notte qualcuno di Voi Presidenti amici dovesse pensare di necessitare il mio aiuto sarò sempre disponibile. Ma, voi sapete che io lascio sempre un ma nelle mie lettere, vi invito cari Presidenti, a non tornare a quanto di brutto era stato fatto negli ultimi anni, so che è difficile, ma vi invito a non abbandonare il piacere di contare, di non credere ai poteri occulti, di chiamare le cose con il loro nome e di cercare persone che facciano i vostri di interessi.
Io da parte mia dico GRAZIE a tutti Voi per un anno strano, diverso, difficile , ma ricco di ricordi!!!
Bruno Dellatorre